Cosa significa essere un mentore

Post di Amadeo Furlan 11 Marzo 2022

Tempo di lettura 3 minuti

ETIMOLOGIA DI MENTORE

L’etimologia del nome Mentore deriva dal greco mentor nonché dalla radice man-, in sanscrito man-yè, penso e manas, intelletto. Il suo significato letterario deriva dal nome di Mentore, personaggio dell’Odissea, ed è guida, maestro saggio e paterno, consigliere, il quale non esercita il suo potere di conoscenza sugli altri con superbia e superiorità ma accompagna chi lo interpella nelle scelte più giuste da compiere.

ESEMPI STORICI DI MENTORE

Quando Ulisse partì da Itaca per andare a guerreggiare a Troia, affidò il suo giovane figlio Telemaco alle cure di Mentore – figlio del suo caro amico Alcino, che partì con lui. Mentore attese bene al suo compito, ma la sua grande rilevanza è dovuta al fatto che Atena stessa prese le sue fattezze per essere d’aiuto al figlio di Ulisse. Anni dopo, mentre i Proci imperversavano a Itaca, accompagnò Telemaco nelle terre governate dai vecchi amici di Ulisse – a Pilo, dal saggio Nestore, e a Sparta, da Menelao – in cerca di notizie del padre. Ma questo viaggio non servì a molto, se non a far maturare Telemaco e a temprarne lo spirito. Solo quando tornarono a Itaca ritrovarono Ulisse, che era appena rientrato sotto mentite spoglie. Anche in questo caso Mentore, mosso da Atena, ebbe un ruolo fondamentale: consigliò Ulisse sul da farsi, e lo aiutò nella battaglia contro i Proci.

Quella del mentore è una figura importante, che pur avendo la saggezza e l’esperienza di un maestro, non si presenta come gerarchicamente superiore a colui che assiste; la sua guida è discreta, non impositiva, non intrusiva e si traduce in un consigliare e sostenere.

Nel vita quotidiana esistono tantissimi esempi di mentori: un allenatore può essere un mentore per gli atleti, ben al di là del campo sportivo; un giornalista d’esperienza può farsi mentore delle nuove leve, un manager che trasmette le sue competenze a un collega con meno esperienza per performare nel lavoro, e così via.

Eric Parsloe autore del libro “Coaching and Mentoring”, definisce la figura del mentore così:

Il mentore è colui che ha il compito di supportare ed incoraggiare le persone nel gestire il loro apprendimento al fine di massimizzare il loro potenziale, sviluppare le loro skills, migliorare le loro performance, diventare le persone che vogliono essere”

Già nell’antichità esisteva la figura del mentore: Socrate mentor di Platone, Walter Sisulu di Nelson Mandela, Bing Crosby di Frank Sinatra, Michelle Robinson di Barack Obama, sono alcuni esempi.

Oggi la definizione di mentoring si è evoluta riconoscendo il valore che la relazione a due vie porta sia al mentore che al mentee. Secondo EMCC (European mentoring and coaching council) :

“Il mentoring è una relazione di apprendimento, che coinvolge la condivisione di abilità, conoscenze e competenze tra un mentore e un mentee attraverso conversazioni di sviluppo, condivisione di esperienze e modelli di ruolo. La relazione può coprire un’ampia varietà di contesti ed è una partnership inclusiva a due vie per l’apprendimento reciproco che valorizza le differenze’.

L’obiettivo del mentor è quello di aiutare attraverso la sua esperienza e credibilità il mentee a sviluppare le sue abilità cercando di comprendere la sua “mappa del mondo”, la sua vera natura e i reali desideri, per rispondere alla domanda “chi voglio diventare?” come persona e come professionista e portare un mentee a diventare abile a trovare la sua strada per superare gli ostacoli.

E questo percorso di riflessione è una fantastica opportunità anche per il mentor di acquisire consapevolezza e rafforzare o modificare le sue credenze.

Le parole guida di questo rapporto sono la fiducia e il rispetto. Fiducia e rispetto fanno da collante, e rappresentano i valori che tengono unito il mentee al mentor.

Il mentore è una persona che ha chiaro un concetto: “sono interessato a te!”.

Infatti le caratteristiche chiave di un mentore sono:

Compassione

Curiosità

Coraggio

Un bravo mentore deve andare oltre l’empatia e avere la capacità di mettersi in ascolto e al servizio del mentee (compassione) , con curiosità per tutto ciò che lo riguarda e con una buona dose di coraggio per supportarlo nel suo percorso di sviluppo, essendo quando serve l’”amico/a professionale  sincero/a” che ti dice anche quello che non vorresti sentirti dire.

LE CINQUE CARATTERISTICHE DEL MENTORING AZIENDALE

Portare avanti un progetto imprenditoriale (imprenditore significa letteralmente ‘prendere sopra di sé’, che indica l’azione di cominciare qualcosa, di avviare un’iniziativa da soli) è di per sé un’impresa nell’impresa.

Ovviamente per gli imprenditori più evoluti, avere di un team a supporto al progetto, ben strutturato le possibilità migliori di riuscita, sono decisamente migliori.

……e con un mentore?

Con il Mentore che invece è una figura esterna ancor di più!

Perché il mentore è un “angelo custode” che è presente quando serve e guida nelle scelte senza intervenire, senza giudicare, ma che di dà al contempo la possibilità di vincere le tue sfide imprenditoriali e rafforzare le tue caratteristiche personali utili a perseguire i tuoi obiettivi.

Ci sono almeno cinque caratteristiche che è indispensabile ricercare in un mentore:

  1. Un mentor è un modello di ruolo. Ha già vissuto quello che deve vivere il mentee, ha provato sulla sua pelle e nella sua esperienza successi e sconfitte legate al ruolo, incarna i valori del professionista che il mentee vuole diventare.
  2. Un mentore sa quando incoraggiare. Nei momenti in cui i dubbi ci attanagliano, in cui le convinzioni che alcuni risultati non siano realmente alla nostra portata, il mentore è capace di incoraggiarti a pensare che puoi raggiungere proprio quello che tu consideri improbabile o addirittura impossibile. Ti aiuta a non soccombere ai dubbi che prima ti hanno fermato a portare avanti i tuoi obiettivi per troppo tempo.
  3. Un mentore è un facilitatore, che ti mette nella condizione tirare fuori le tue migliori caratteristiche personali e guidarle al servizio dei tuoi obiettivi professionali/aziendali. Il mentore in alcune situazioni in cui stai vacillando non interviene, lui/lei ci è già passato/a, ti racconterà la sua esperienza, ma non ti darà la soluzione perché sa che in te ci sono tutte le capacità per reagire brillantemente a quell’imprevisto, rafforzando in te la sicurezza nelle tue capacità di affrontare le nuove sfide.
  4. Un mentore sa stimolarti a superare i tuoi limiti. Un mentore, non ti permette di soccombere ai tuoi dubbi, ti aiuta a fare il meglio di te, perché ha sempre la percezione chiara che tu hai tutte le abilità per superare quei limiti.
  5. Un mentore è capace di riconoscere le tue attitudini personali. Un mentore, attraverso la sua capacità di analisi, di relazione e la sua esperienza è capace di individuare rapidamente le sfumature comportamentali capaci di fare la differenza.

I mentori hanno un compito che è quello di aiutarci a capire quale porta di fronte a noi vogliamo aprire facendo luce sul passo successivo ci incoraggiano a percorrerlo.

E cosa succede se il mentore è interno all’organizzazione?

Incarnerà i valori e lo stile di leadership riconosciuti dall’azienda e ne sarà porta bandiera aiutando il mentee a svilupparli trasformando il mentoring in un percorso di sviluppo organizzativo oltre che individuale ancorato ai bisogni aziendali e con un impatto di cambiamento misurabile.

Ma questa è un’altra storia te ne parleremo in un prossimo articolo.


Belotti dott.ssa Daniela

Mentoring Project Manager e Scheme Designer

Furlan dott. Amadeo PhD in  Psychology, Psico Business Coach e Psico Health Coach