Lo stress test del dossier titoli

Post di Paolo Martini 5 Ott 2011

E’ il momento di fare un check up del portafoglio per verificare che sia ben diversificato. Ma se non serve la liquidità vendere ora può essere un errore.

Le vacanze sono finite per moltissimi italiani. A settembre si ritorna a lavorare e si parte con tanti buoni propositi anche se nell’economia il buio regna sovrano. Durante l’estate, a meno di non trovarsi dall’altra parte del mondo (ma con la tecnologia ormai siamo tutti interconnessi), siamo stati sommersi da centinaia di articoli e telegiornali che hanno affrontato il tema della crisi che non sembra abbia tanta fretta di abbandonarci come dimostrano anche i fatti della settimana appena trascorsa. Se ne sono sentite di tutti i colori. Stati, tra cui l’Italia, vicini al fallimento con l’ormai famosissimo (prima lo

conoscevano in pochi) spread tra Btp e Bund arrivato a sfiorare i 400 punti. Crollo verticale di Cct e Btp arrivati a perdere oltre il 7%, nemmeno fossero un’azione. Banche in grossa difficoltà tra stress test, valore delle obbligazioni e delle azioni che oscillano come un’altalena verso un baratro che sembra non avere fine. Come se non bastasse c’è stato anche l’aumento dei bollo sui depositi bancari e la nuova tassazione sulle rendite finanziare al 20% (tranne i titoli di stato che restano al 12,5%). Per non parlare poi della nuova finanziaria che si porta dietro tante incertezze ma una certezza che alla fine pagheranno quasi sempre i soliti e che anche lì sembra esserci molta poca chiarezza. Insomma non ci siamo di certo annoiati e tra un bagno al mare e una passeggiata in montagna molti sono tornati in città con la fatidica domanda, e quindi cosa faccio con i miei investimenti? Ovviamente non c’è una risposta univoca ma qualche riflessione (sempre da prendere con le pinze) è possibile farla. Se abbiamo già dei soldi investiti (non in un conto corrente anche se per quello occorre fare attenzione al rischio controparte che quando capita si riprende con gli interessi l’idea di sicurezza) può essere un buon momento per fare un check-up del portafoglio con la consapevolezza che essendo crollato tutto tra luglio e agosto (tranne oro e franco svizzero) difficilmente troveremo il segno più sui rendiconto. Se i soldi non ci servono, vendere oggi potrebbe rivelarsi un grave errore perché si finisce solo per monetizzare le perdite. Quello che bisogna fare è un’analisi approfondita della propria posizione per verificare se si sono rispettate le due regole auree per sopravvivere nella giungla finanziaria post 2008: globalizzazione e diversificazione consapevoli che comunque il futuro è incerto. Se i nostri investimenti sono ben diversificati su più strumenti, coprono diverse parti del mondo e sono gestiti da professionisti seri che lavorano in realtà note e stimate bisogna tenere il punto e non fare scelte affrettate quando è ormai forse troppo tardi. La situazione è critica, tutto scende senza distinzione tra ciò che è di qualità e ciò che non lo è per cui è più difficile evidenziare chi ha portafogli di valore e chi meno. Non appena la situazione si normalizzerà, i portafogli costruiti secondo sani principi e le due regole che abbiamo appena visto faranno bene. Quanti paesi del mondo copre il mio portafoglio? In quante strategie gestionali sonoinvestito? Qual è il grado di innovazione dei miei investimenti? Su quanti strumenti ho diversificato il rischio controparte? Bisogna diversificare in modo intelligente per ridurre il rischio fallimento della controparte (oggi possibile più di prima) e cogliere, soprattutto per la parte azionaria, trend di crescita di nuove economie o nuove valute come, ad esempio, la Cina. Ci sono sul mercato soluzioni che permettono di diversificare e cogliere nuove tendenze senza dover impazzire a cercare 10 controparti diverse e firmare 10 contratti. Anche per la gestione della liquidità ci sono prodotti dal costo quasi nullo che offrono un forte valore aggiunto in termini di diversificazione. Se invece non sono investito in questo momento (o lo sono solo parzialmente) o desidero provare ad incrementare i miei risparmi è utile fare un’attenta riflessione sulla mia capacità ad assorbire magari qualche segno meno iniziale (nessuno sa per quanto ma trovare il momento esatto è impossibile) in cambio di possibili guadagni interessanti sul mercato azionario nel prossimo futuro. Il rapporto prezzo/utili è oggi molto interessante perché è ben al di sotto della sua media storica (a Piazza Affari siamo a 11 contro una media storica di 15). La finanza comportamentale insegna che i soldi sull’azionario si fanno soprattutto in questo momento. Solo che pochi se la sentono e c’è il rischio di ballare ancora un po’. Nessuno sa quando, ma prima o poi il sole tornerà a splendere.