L’investitore non è uno speculatore

Post di Paolo Martini 20 Ott 2011

Oggi, in mezzo a tutte queste crisi e a questa negatività, stiamo perdendo un valore fondamentale. L’importanza di saper risparmiare e mettere da parte per il futuro una parte del reddito corrente. Investire è utile perché, se fatto nel modo corretto, consente di conservare il potere d’acquisto dei risparmi e aiuta a soddisfare i nostri bisogni contribuendo, ad esempio, a mandare i figli all’università, comprare una casa o semplicemente dormire sonni tranquilli o toglierci uno sfizio che diversamente non potremmo permetterci con le nostre entrate e i nostri risparmi. Un investimento è un’operazione che si pone due obiettivi: la tutela del capitale investito e l’ottenimento di una adeguata remunerazione. Questo è investire, e se fatto nel modo corretto non è nemmeno così complesso. Le regole sono poche e chiare solo che è difficile seguirle e in questi anni di crisi lo è ancora di più. Seguendo un metodo preciso e imparando a conoscersi nel rapporto con il denaro, i risultati arrivano. A tutti piacerebbe dare oggi 1.000 euro e trovarne 1.200 dopo due giorni ma questa è solo speculazione e avidità. Il diavolo, sotto forma di derivati, speculazione estrema, debito e avidità ci ha portato invece a pensare che sia possibile guadagnare soldi facili. Non è così, e ora lo sappiamo bene. Il prof. Benjamin Graham nel 1949 scrisse un libro, L’investitore intelligente, in un periodo particolare per gli investitori americani. Dai massimi dell’agosto del 1929 le azioni americane avevano attraversato una crisi drammatica, distruggendo fortune: 100 dollari erano diventati poco più di 16 dollari nel giugno del 1932. Per ritrovare lo stesso valore iniziale l’investitore (molto paziente) avrebbe dovuto attendere il gennaio del 1945. Oltre 15 anni di attesa. Dal gennaio del 1945 all’inizio del 1949, però, le azioni erano cresciute del 45%. Che cosa doveva imparare l’investitore da questa esperienza? Secondo il Prof. Graham, ad investire in modo intelligente.